LAUDA PE’ CEPPO

 

Lauda tradizionale di Natale eseguita dai “Suonatori della leggera” (Val di Sieve). E’ ricordata da Pasqualina Ronconi di Fornello (Firenze), intonata a sua volta dal nonno, Lorenzo Ronconi, dopo la recita del rosario nelle sere del periodo natalizio. Nelle famiglie mezzadrili credenti il rosario veniva recitato in precisi periodi dell’anno, d’obbligo nel mese di maggio, dopo che gli “uomini di casa” avevano “governato le bestie” nella stalla.
Metro e rima corrispondono al tipo “zingaresco”, localmente noto per essere usato nelle omonime rappresentazioni teatrali rituali in tempo di Carnevale (quartina di tre settenari più verso quinario o quaternario finale, il primo verso riprende la rima della quartina precedente, rima baciata tra secondo e terzo verso). Potrebbe trattarsi di un esempio di ciò che resta delle antiche “laude drammatiche” di cui parla Paolo Toschi in “Le origini del teatro italiano”, 1955. Una versione più completa e del tutto simile è stata pubblicata nel Supplemento n°46 alla rivista “TOSCANAoggi” del 22 dicembre 1991: “Il ciclo del Natale nella tradizione popolare toscana” a cura di Carlo Lapucci, dove figura con il titolo: “Laude spirituale in onore di Gesù Bambino” e tratta da “foglio volante” del secolo scorso.
Le immagini del video mostrano invece il Presepe di San Giovanni Battista a Sandetole (Contea, Firenze), che Tiziano Lanzini realizza ogni anno con grande maestria e dedizione, grazie anche all’aiuto di Fabio Fabiani.

Trascrizione del testo qui cantato, risultante da un confronto tra le due versioni sopra citate:

Su su boni pastori
venìe a trova’ Gesùe
e non tardate più
che gli è già nato

I’ gran Verbo incarnato
di Maria Verginella
dentro a una capannella
in sul fien giace

A voi annunziò la pace
e l’allegrezza grande
in tutto il ciel si spande
in tera ancora

Gesù la grazia vostra
sopra di noi mandate
e non ci abbandonate
Gesù bono

Io vi chiedo perdono
di tutti i nostri erori
noi siam sòrtiti fòri
dalla via retta

Nostro Signor ci metta
in una felice strada
a ciò che noi si vada
alla salute

E poi noi siam venute
a rimostravvi in viso
a ciò che i’ Paradiso
ci abbia a dare

La Vergine Maria
gran Dio date vittoria
e nell’eterna gloria
in Paradiso

Noi siamo gioia e riso
di tutti i desolati
di tutti i tribolati
unita speme.

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